RASSEGNA STAMPA

LA REPUBBLICA - "Diritti, Genova sarà capitale mondiale"

Genova, 23 luglio 2010

"Diritti, Genova sarà capitale mondiale"
Dalla Chiesa: segni che rimangono qui e segnali che rimbalzano nel mondo
L´intervista
"Nel 2011, a 10 anni dalla morte di Giuliani, non ci sovrapporremo alle celebrazioni"
Da Teheran siti e blog rilanciavano la notizia della cittadinanza al premio Nobel Ebadi

MICHELA BOMPANI

«Il premio Nobel per la Pace iraniano Shirin Ebadi, le donne iraniane della comunità ligure ed io, a cantare "Bella Ciao" sui gradini della nuova rotonda "Donne di Teheran" a Fiumara, quando tutti se ne erano andati, dopo le cerimonie ufficiali»: Nando Dalla chiesa fa il bilancio della "sua" settimana dei diritti e lo fissa in un´immagine che riassume il senso di molto lavoro. Ha trovato una nuova vocazione, Genova, o forse l´ha sempre avuta ma l´aveva dimenticata: si è trasformata in un punto di riferimento internazionale per la difesa dei diritti. E non per una settimana.
Professor Dalla Chiesa, che differenza c´è tra "Settimana dei diritti" di Genova e i tanti ospiti internazionali dei vari festival?
«Solo due esempi. Shirin Ebadi ha ricevuto una telefonata da sua figlia, da Teheran. I siti e i blog rilanciavano ovunque la notizia della cittadinanza genovese al premio Nobel e la festeggiavano. E tutta la Bielorussa parla della cittadinanza che abbiamo conferito ad Ales Bialiatski, l´oppositore del regime di Lukashenko: l´ha rafforzato molto nella sua battaglia per la libertà, nessun Paese occidentale lo aveva mai fatto. Questa è la differenza: partecipare alla Settimana di Genova ha avuto un´incidenza sulla vita di queste persone, di queste comunità».
Se lo aspettava?
«Assolutamente no, anche se lo speravo. Così come non mi aspettavo la grande partecipazione di pubblico. C´erano appuntamenti per i quali prevedevo trenta persone, erano stracolmi. E siamo alla fine di luglio»
Scusi, quanto ha speso per la Settimana dei Diritti?
«Siamo ancora in fase di bilanci, dai 150 ai 170.000 euro. Sa quanto costano in media i vari festival? Dai 900.000 al milione e 200 mila euro».
Shirin Ebadi ha dichiarato che Genova deve diventare la capitale mondiale dei diritti: un po´ troppo?
«Neanche per sogno: voglio che questa Settimana diventi, sul piano civile, l´equivalente del Salone nautico, la prima nel mondo».
Adesso che gli ospiti sono partiti, cosa rimane?
«Intanto il sito, www. genovacittadeidiritti. it. Durante la prossima Notte Bianca, dove una parte del programma sarà dedicato proprio a questi temi, annuncerò che diventerà un laboratorio aperto a tutti. Uno spazio nazionale e internazionale per le associazioni e gli operatori e segnalare testimonianze e iniziative»
Una storica Messa dei Diritti con don Ciotti, don Gallo e don Traverso e una trans che all´altare spiega le sue intenzioni di preghiera, il procuratore nazionale Antimafia Piero Grasso che celebra il processo a Caravaggio, l´abbraccio tra le madri di Plaza de Mayo e le donne iraniane in lutto: cose mai viste.
«Sono segni che rimangono qui e segnali che stanno rimbalzando nel mondo».
Funzionerà il Distretto della Legalità, contro la mafia, inaugurato da don Ciotti e dal sindaco, nel quartiere della Maddalena?
«E´ stato un inizio importante, quello. Ma non sarà facile realizzarlo, ci sono molte vischiosità. Ci sono soggetti disponibili su quel territorio ma non basta. C´è anche una Genova "dei tempi lenti" che potrebbe nuocere a questa iniziativa. Ecco, per citare don Ciotti, in questo caso ci vorrebbe proprio una "pedata di Dio"».
Qualcuno ha detto che la Settimana era "calata dall´alto".
«Sì, ma non è vero. Abbiamo coinvolto la rivista Andersen, la comunità di San Benedetto, Libera, le associazioni di Scampia, l´associazionismo cattolico, la comunità iraniana, gli operatori carcerari. Questo è collaborare, non calare dall´alto».
E il prossimo anno?
«Sarà il decennale del G8 e della morte di Carlo Giuliani, la Settimana dei Diritti sarà anticipata nella prima parte di luglio, per non interferire con le celebrazioni. Abbiamo quasi in tasca la partecipazione, di Geraldine Brooks, scrittrice e giornalista americana premio Pulitzer, inviata in Africa, Medio Oriente, nei Balcani: parlerà del diritto all´informazione e del diritto di essere raccontati».